Le Commissioni Disponibilità Fondi

La Commissione Disponibilità Fondi (o Fidi o Creditizia) è una nuova commissione applicata dal 3° trimestre 2009 sui fidi concessi, oppure sugli utilizzi dei fidi concessi, in sostituzione delle spese precedentemente applicate a titolo di concessione e istruttoria fidi, che sono state eliminate (compresi i Diritti di Segreteria). In pratica, la commissione viene fatta pagare per la possibilità che la banca fornisce al cliente di avere o utilizzare un fido. Viene calcolata trimestralmente, attraverso applicazione di una aliquota percentuale sui fidi oppure sull’utilizzo dei fidi concessi. Seppure venga riportata nei Documenti di sintesi, periodicamente spediti al cliente, è poco chiaro il meccanismo di applicazione e ancor meno trasparente il conteggio eseguito dalla banca che provvede a riportarla nello scalare di conto corrente, assieme a tutte le altre competenze, oppure addebitarla direttamente in conto corrente, senza far capire la maggior parte delle volte su cosa venga calcolata. Praticamente, è stata introdotta dalle banche per sopperire alle minori entrate che gli garantiva la Commissione di Massimo Scoperto (CMS), il cui campo di attuazione è stato ridimensionato dall’art 2/bis della legge 2/2009, che la prevede solo nel caso di utilizzi (saldi negativi) entro fido per almeno 30 giorni consecutivi ed escludendone l’applicazione oltre o in assenza di fido. Per questi casi, le banche hanno inventato un’altra nuova commissione, definita Commissione o Indennità di Sconfinamento, addebitata normalmente in funzione del numero dei giorni di utilizzo o sulla base dei numeri debitori prodotti in extra-fido.

Sostanzialmente, la quasi eliminazione della CMS ha spianato il campo alle banche per poter applicare queste due nuove commissioni, peggiorando di gran lungo il peso degli oneri finanziari a carico delle aziende, che proprio in questo periodo, invece, avrebbero bisogno di tutto fuorché sistemare i bilanci delle banche, che si trovano nella invidiabile posizione di aver ridotto fortemente l’accesso e la concessione del credito aumentandone contestualmente il costo in capo all’azienda richiedente (della serie “si stava meglio quando si stava peggio”). Alcuni istituti di crediti, poi, non hanno rinunciato a nulla e, se si presentano i presupposti, non si astengono dall’applicare anche la vecchia cara commissione di massimo scoperto!

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